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Brevi riflessioni di fisica quantistica - Vivere di paradossi

“Questa teoria mi ricorda un po’ il sistema di allucinazioni di un paranoico estremamente intelligente, formata com’è da elementi di pensiero incoerenti fra loro.”

La teoria menzionata, naturalmente, è quella della fisica quantistica. Meno scontata, invece, è la fonte della citazione: Albert Einstein.

Einstein scrisse questa frase, nel 1952, all’amico Daniel M. Lipkin – anch’egli fisico e matematico – per testimoniargli la propria difficoltà a considerare la fisica quantistica come il fondamento assoluto per tutte le possibili riflessioni sulla natura della realtà. Piuttosto, come aveva già affermato più volte nel corso degli anni, Einstein credeva che fosse solo un utile strumento ancora da calibrare al meglio.

Una posizione che può apparire quantomeno eccentrica se si considera che era stato proprio Einstein a individuare i quanti della radiazione elettromagnetica, quelli che noi adesso chiamiamo fotoni, nel 1905. Eppure, pur essendo uno dei due padri – assieme a Max Planck – della teoria quantistica, Einstein era infastidito dalle sue implicite contraddizioni. Quelle stesse contraddizioni che anche oggi, a distanza di oltre sessantacinque anni dalla confidenza fatta a Lipkin, continuano ad affascinare e ad attrarre chiunque vi si confronti.

Fabio Fracas

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