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Le stanze dello scirocco

Le prime parole sono venute fuori all’improvviso, vergate sul mio taccuino con una penna che si rifiutava di scrivere, tra Scilla e Cariddi, a bordo di un traghetto che solcava quel breve tratto di mare che ogni mio conterraneo impara a conoscere sin da bambino.

Ho amato Le stanze dello scirocco sin da quell’incipit, che non ho mai cambiato.

L’ho amato mentre camminavo per le strade di Palermo, in cerca di qualcosa che neppure io sapevo bene cos’era, e studiavo quella città che ho sempre sentito mia nonostante non lo sia mai stata. E quando rintracciavo una per una tutte le persone che avrebbero potuto aiutarmi a ricostruire l’ambiente e i luoghi che mi avevano ispirato, e a capire quel momento storico che tanto mi attraeva.

L’ho amato quando ho sentito tra le sue pagine il profumo della Sicilia.

                                                                                                                          Cristina Cassar Scalia

Le stanze dello Scirocco

Le stanze dello Scirocco

Cristina Cassar Scalia

È il 1968 quando il notaio Saglimbeni decide di tornare a Montuoro, in Sicilia, con la famiglia. Per Vittoria, la figlia più giovane cresciuta a Roma, l'impatto con una società conservatrice...

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