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Vegan o non vegan? NO VEGAN!

Salve Luca,

prima di entrare in merito al libro, vorrei partire da una citazione presente nel primo capitolo del tuo libro: “Essere o diventare vegani è inevitabile. Il mondo sta andando in questa direzione e la nostra verrà ricordata come l’epoca nella quale è iniziato tutto. L’alba del veganesimo.” (Fausto Brizzi, Ho sposato una vegana).

Siamo davvero entrati in questa nuova era, dopo quella dell’Acquario?

Non direi. Ho citato la frase di Brizzi perché rappresenta bene quello che tanti credono (e qualcuno vorrebbe), ovvero che l’intera popolazione stia diventando vegana. In realtà, i vegani nel mondo sono fermi ancora a percentuali minime, dell’1-3%, nonostante dalla nascita del movimento vegan siano passati più di 70 anni. La novità è che oggi si parla tanto di alimentazione vegana, ma a ben guardare è molta, molta di più l’attenzione al fenomeno che l’adesione allo stesso.

Aldilà di ogni scherzo, secondo te, si tratta di una moda, di un cambiamento di mentalità? Cosa l’ha innescata?

Le cause sono molteplici. Che il fenomeno sia di moda non si può negare, ma ci sono ragioni più complesse, e di varia natura, che per giunta si intersecano spesso tra loro. Una crescente attenzione ai temi della salute e della nutrizione, in primo luogo, ma anche motivazioni etiche e di tipo ecologico, nonché altre minoritarie, che spingono verso un’alimentazione che viene comunicata da chi la promuove come adatta a dare risposta a questi bisogni. Un conto però è quello che viene lasciato credere, altro ciò che è.

NO VEGAN è un titolo duro, che ha il suono di un monito. Eppure il tono del libro non è questo. Puoi raccontare di più ai nostri lettori?

NO VEGAN nasce un po’ come slogan che ricorda, in antitesi, GO VEGAN, il “grido di battaglia” dei vegani, ma tutta la contrapposizione finisce qui. Non è infatti un libro antivegano, non critica chi segue l’alimentazione senza derivati animali: per cultura e scelta, ritengo che ognuno debba decidere di fare della propria vita ciò che preferisce e naturalmente questo vale anche a tavola. Il libro critica invece la disinformazione che ruota attorno all’alimentazione vegana, i toni “miracolistici” che accompagnano certa cattiva comunicazione sulla dieta senza derivati animali, le affermazioni prive di fondamento sulla sua superiorità nutrizionale. NO VEGAN è un libro interamente basato su studi e ricerche scientifiche, benché scritto in modo chiaro, di facile comprensione e non senza ironia. Non ha l’obiettivo di convertire i vegani, ma è destinato a chi desidera capire come stanno realmente le cose, al di là di quello che può sentire in giro o leggere in internet, separando i fatti dalle opinioni.

Due buone ragioni per essere #novegan, le prime in ordine di importanza.

Nel senso appena chiarito, essere #novegan significa non fermarsi davanti alle apparenze, imparare a distinguere la propaganda dall’educazione alimentare, evitare di fare scelte per la propria salute credendo che siano di carattere medico-nutrizionale quando invece sono di natura ideologica. Ogni decisione è legittima, ma se è consapevole è meglio.

Tu sei un professionista, un nutrizionista affermato: qual è il luogo comune contro il quale devi lottare a proposito di alimentazione con le persone che si rivolgono a te?

Negli ultimi tempi, in assoluto quello della carne che fa male. Una delle affermazioni più ascientifiche in circolazione, ma che riesce comunque a far presa su un numero enorme di persone, anche tutt’altro che vegetariane o vegane, che hanno eliminato o estremamente ridotto la carne dalla propria alimentazione, senza preoccuparsi a sufficienza delle conseguenze o di come sostituirla.

Possiamo concludere dicendo che un’alimentazione che comprenda sia cibi vegetali che animali è la migliore: ma cosa salvi dalle abitudini dei vegani da introdurre in un’alimentazione corretta ed equilibrata?

La dieta vegana prevede di solito generose porzioni di verdura e frutta fresche, semi, legumi, cereali integrali, tutti alimenti ricchi di pregi nutrizionali e che non sempre sono ben rappresentati nel carrello della spesa degli italiani. Questo però è vero solo quando l’alimentazione veg è condotta in modo attento, Vegano non equivale certo automaticamente a sano: Coca cola e patatine fritte sono perfettamente vegane. In ogni caso, un conto è mangiare tanta verdura, altro è diventare vegani. Io stesso, che vegano come si sarà intuito non sono, promuovo un’alimentazione che prevede prodotti animali, ma accanto a una quota, molto maggiore, di vegetali. E’ questa l’alimentazione ritenuta più adatta all’uomo dall’intero mondo scientifico. Non esiste una sola ragione salutistica che renda necessario diventare vegani.

No Vegan

No Vegan

Luca Avoledo

Luca Avoledo ama gli animali, rispetta il pianeta e pensa che ognuno sia libero di scegliere cosa mangiare. Ma ha deciso di scrivere questo volume per rispondere a tutte le persone che, nel suo...

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