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Brevi riflessioni di fisica quantistica: Gioco di specchi

È diventato sempre più evidente che la natura opera su un piano differente. Le sue leggi fondamentali non governano in nessun modo diretto il mondo così come ce lo raffiguriamo, ma controllano invece un substrato del quale non possiamo crearci un’immagine mentale senza introdurvi elementi estranei.”

Per un uomo schivo e taciturno, un uomo che aveva fornito lo spunto per una nuova unità di misura della loquacità – il Dirac: una parola pronunciata ogni ora –, questa articolata affermazione dimostra l’importanza che lo stesso Paul Adrien Maurice Dirac vi attribuiva.

Dirac, noto per i suoi fondamentali contributi matematici alla Meccanica Quantistica, era riuscito a intravedere al di là delle formule, la bellezza che regola il mondo.

“Nel creare il mondo Dio ha usato della bella matematica.”

Non solo, aveva visto chiaramente come le leggi più profonde, quelle intrinseche alla natura stessa, agiscono non tanto sul mondo macroscopico con cui siamo obbligati a confrontarci ogni giorno, quanto sul suo substrato. Un livello che permea tutto e che pure ci sfugge nella sua essenza. Un livello che siamo costretti a immaginare – e quindi a descrivere – solo introducendo quelli che lui definisce “elementi estranei”. E su cosa siano “effettivamente” questi elementi estranei si sviluppano tutte le possibili interpretazioni della Fisica Quantistica.

Fabio Fracas

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