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Compiti sì o compiti no?

Durante l’anno scolastico la scuola può funzionare nella prima parte della giornata, può risultare, invece, una vera e propria impresa nella gestione del pomeriggio, perché in Italia il sistema scolastico richiede che sia automatizzato un momento di lavoro quotidiano fuori dall’aula e questo passaggio non è così semplice, soprattutto perché richiede continuità. Se è dura mettere a frutto serenamente un pomeriggio, va da sé che un periodo di non scuola lungo come la pausa estiva può risultare drammatico, se vissuto senza qualche regola.

Da metà giugno a metà settembre la scuola lascia spazio alle vacanze, dalla primaria alle superiori. Puntuali come le stagioni, arrivano i compiti delle vacanze, che vorremmo subito chiamare in altro modo, compiti per settembre, per inquadrarli meglio e forse per odiarli meno. Sì, perché la scuola a giugno assegna del lavoro per settembre non per pura cattiveria, ma per fare in modo che gli studenti, nel riposo e nel divertimento, evitino di perdere parte del lavoro svolto sui banchi.

Costa fatica? Un po’ sì. Ne vale la pena? Certamente sì. L’estate sarà distrutta? Certamente no!

Partiamo da un piccolo esempio: quest’inverno avete imparato a usare PowerPoint e ora, per tre mesi, non avrete più occasione di toccare un computer. Non sarebbe meglio trovare il tempo per un paio di presentazioni in questi tre mesi, dato che a settembre dovrete dimostrare di saperlo usare?

C’è tutto il tempo per rigenerarsi, riposarsi e divertirsi; c’è anche il tempo, però, per l’allenamento. La scuola non è l’incubo che allontana dalla vita, ma fa parte della vita stessa e richiede un po’ di allenamento anche in estate.

Tempi diversi per compiti diversi: un giorno per pianificare

Partire da una pianificazione è sempre la mossa che consigliamo. A scuola finita occorre dedicare un paio di giornate per recuperare tutto il materiale: fogli con i compiti, libri richiesti, quaderni appositi; una prima mattina di vacanze può quindi essere trascorsa tra cartolerie e librerie; non è poi così male.
Un’altra mattina, si potrà pensare al planning, insieme ai genitori. Settimana per settimana, bisognerà collocare le vacanze con gli amici, quelle con i genitori, quelle con i nonni, il periodo in città, poi ancora – eventualmente – le settimane in Inghilterra, l’oratorio estivo, lo stage sportivo, e così via.

Nello specifico, poi, è il momento di inserire i diversi compiti per settembre, tra letture, esercizi e ricerche, la mattina o il pomeriggio, in città o al mare.
Sono tante la variabili da considerare, come la presenza di un compagno di classe con cui svolgere parte dei compiti, la possibilità di portarsi in viaggio un vocabolario o un pc, l’eventuale disponibilità di spazi per studiare con calma e concentrazione.

Stiamo sempre parlando, però, di vacanze! Concediamoci quindi delle pause e prendiamoci il lusso di considerare un periodo dei mesi estivi “top”, “intoccabile”, in cui proprio per quella settimana (o due) la priorità è un’altra e in quella settimana i compiti non si faranno.

>>Parliamo di scuola Primaria QUI

Basta studiare!

Basta studiare!

Lorenzo Sanna, Marcello Bramati

Non ne ho voglia, Non serve a niente, Tanto non sono capace, Non troverò certo lavoro perdendo tempo sui libri: se avete un figlio adolescente queste frasi riguardo lo studio vi suoneranno...

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