Bazàrov, futuro medico, e il suo amico Arkadij tornano - dopo tre anni di assenza - alle loro case in provincia: si fermano dapprima presso i parenti di Arkadij, un vedovo timido e uno zio ex ufficiale della guardia, entrambi alle prese con passioni senili o già finite, tutti e due attaccati alle tradizioni e alle convenienze. Bazàrov si scontra subito coi due "vecchi", dà loro risposte spontanee ma insolenti, prendendo coscienza del divario tra la propria generazione e quelle precedenti. La sua furia nichilista si scaglia persino contro l'amore, da lui visto in modo freddo e fisico. Ma finita la sosta e arrivato con Arkadij nel capoluogo del governatorato, Bazàrov, a un ballo, cade innamorato - contro ogni suo volere - di Anna Odincòva. Sfuggitagli la "preda", non gli rimarrà che rifugiarsi nel lavoro, negli esperimenti scientifici, e poi - frustrato - nella più intensa delle apatie. Un'infezione contratta per questa sua ormai perenne indifferenza a tutto lo porterà alla morte.