Al tempo di Re Carlo II la donna era molto più esposta dell'uomo ai casi della vita: la condizione matrimoniale la esponeva alla subalternità, e automaticamente ella perdeva la proprietà dei beni portati in dote. A causa di un primo matrimonio con uno sciocco irresponsabile, Roxana si ritrova così povera, e decide di reagire: conduce con la vita un gioco feroce, per evitare di esserne schiacciata, e di volta in volta preda o predatore accaparra beni e denaro, non per astratta avidità, quanto per terrore verso la sua disagiata gioventù. Attraverso depravazioni e lussurie compiute con cinico senso di contabilità, Roxana compie la sua ascesa, ma il gioco le scappa di mano. Il ravvedimento sempre segretamente desiderato stenta a compiersi e la catena di peccati si fa incontrollabile, soprattutto dietro una delle sue figlie abbandonate in precedenza, che ha scoperto la "sistemazione" della madre e rischia di comprometterla. Sarà la fedele amica Amy, che frequentando Roxana ha trovato ricchezza e agi, a sporcarsi le mani di sangue per evitare che il castello cada...