Thomas Major odia l'umanità.
Odia suo
padre. Odia il suo passato.
Odia la sua vita.
L'11 gennaio 2016 sembra un giorno come
tanti: il suo appartamento è vuoto e solitario,
la metro è stracolma di persone fastidiose e
al lavoro lui sarà come al solito un semplice
perito chimico. Quel giorno, in realtà, non ha
niente a che fare con tutti gli altri: David Bowie
è morto e Thomas diventerà il primo uomo ad
andare su Marte. Per una serie di strane coincidenze,
infatti, avrà l'opportunità di restare per
almeno vent'anni lontano dagli esseri umani,
potrà sorseggiare il suo tè tra le stelle in santa
pace, dedicandosi alla musica e ai cruciverba.
Anche se dovrà sopportare che tutti inizino a
chiamarlo Major Tom, come l'astronauta di
«Space Oddity», la canzone di David Bowie.
Una volta partito verso il pianeta rosso, però,
la pace cosmica sognata da Thomas si rivela
impossibile. Un banale errore nella connessione
telefonica spazio-Terra lo mette, infatti, in
contatto con Gladys: 71 anni e un principio di
Alzheimer. L'anziana signora è l'unica famiglia
che resta ai suoi due nipoti, l'adolescente Ellie
e il piccolo James, che cercano di nascondere
ai servizi sociali la demenza sempre più evidente
della nonna, per non essere affidati a
degli sconosciuti prima della scarcerazione del
loro papà.
Una telefonata dopo l'altra, Thomas diventerà
una sorta di angelo custode spaziale per questa
famiglia strampalata, pronto a guidarla tra le
difficoltà di una vita complicata. E proprio grazie
alle stranezze di Gladys, alla determinazione
di Ellie e alla genialità di James, Thomas non
sarà più l'uomo cinico e scorbutico che aveva
abbandonato la Terra per dimenticare tutto e
tutti. Scoprirà che la vita vale la pena di essere
condivisa sempre e che tutti abbiamo bisogno
di qualcuno che ci aspetti a casa, anche al di
là delle stelle.