Letture da brivido: consigli di lettura per la notte di Halloween

Stanco dei soliti scherzetti o dolcetti, delle solite maschere e lenzuoli da fantasma? Se cerchi gli ingredienti giusti per trascorrere un Halloween da brividi, stai leggendo l’articolo che fa per te.

Ecco quattro consigli per una serata davvero indimenticabile:

Aggiungiamo un pizzico di adrenalina e quel tanto che basta di paura per creare l’horror perfetto. Il risultato è Se scorre il sangue di Stephen King, una raccolta di racconti da brivido, da leggere col fiato sospeso.

Miscelare bene suspense e crudeltà per ottenere uno dei romanzi più apprezzati del Re dell’horror: The Outsider. Il male ha molte facce. E King, lo sappiamo bene, ce le mostra tutte.

Un treno misterioso, lunghi corridoi illuminati da luci spettrali, un gruppo di bambini con strani poteri, sono gli ingredienti di L’Istituto di Stephen King. Una storia di bambini che trionfano sul male come non ne scriveva dai tempi di It.

Case infestate, mostri, diavoli ed esseri misteriosi sono pronti ad accompagnarti durante la serata più spaventosa dell’anno con La casa degli incubi di Hamill Shaun. Da pochi giorni in libreria sta già mietendo le prime vittime…

 

Consigli per affrontare le letture: armarsi di tanto coraggio e di una torcia per controllare la presenza di mostri sotto il letto! 😉

Halloween con Stephen King

Ad Halloween è inevitabile il ritorno (dei morti viventi, verrebbe da aggiungere) di molti libri e film del mondo horror. Ovviamente noi vi parliamo del nostro zio Steve (che tra l’altro è stato complice di Romero, l’inventore dei Morti viventi, nella realizzazione di Creepshow). E aggiungiamo un paio di autori che forse vi sono sfuggiti e che invece vale la pena di considerare nelle lunghe sere autunnali che ci aspettano, al buio. La nostra è una proposta, per ovvi motivi di spazio, molto selettiva: cinque titoli in tutto ai quali aggiungere, se volete, i vostri romanzi preferiti di King. Se li avete già letti, fateci sapere che cosa ne pensate, e se no: beati voi.

 

The Outsider di Stephen King

L’ultimo romanzo di King è un must have della stagione: un ragazzino viene ucciso in modo agghiacciante e il colpevole sembra l’uomo più insospettabile della città. Ma gli indizi rivelano presto contorni disperatamente inquietanti. Romanzo notevole (e bellissima copertina).

It di Stephen King

Per chi ancora non ne avesse sentito parlare, It è un classico del genere: un gruppo di adolescenti, che si dà il nome di Club dei Perdenti, si coalizza contro il male, sotto forma di un terrificante pagliaccio, Pennywise. It è anche un film: la prima parte è uscita nel 2017, la seconda arriverà alla fine del 2019. Cant’ wait.

Misery di Stephen King

Misery non deve morire nella versione cinematografica, con la diabolica Katie Bates, è un romanzo geniale che incarna tutte le paure di King scrittore, alle prese con una fan implacabile. Ipnotico.

NOS4A2. Ritorno a Christmasland di Joe Hill

Usciamo dal seminato, ma non troppo, visto che l’autore è uno dei figli di Stephen King. Ci abbiamo pensato un po’, visto che Joe ha scritto diversi libri, ma il periodo è giusto per NOS4A2. Ritorno a Christmasland. Una storia bella cattiva sulle leggende natalizie che diventerà presto una serie TV.

Bad Man di Dathan Auerbach

Dulcis in fundo, un autore che ha fatto gavetta scrivendo sulla piattaforma Reddit e producendo creepypasta (leggende metropolitane, racconti horror, eccetera) che hanno attirato l’attenzione della Blumhouse, casa editrice e di produzione di successi come Scappa. Get Out. Bad Man è la storia di un ragazzo e del luogo, un supermercato, dove rischia di perdersi. E di perdere l’anima. Abissale.

 

Nascita di un commissario

“Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 dovetti occuparmi per il giornale di una vicenda inedita e misteriosa: la scomparsa di una famiglia a bordo di un camper. Ho seguito questa storia per nove anni e verso la fine m’è venuta voglia di raccontarla in un’unica soluzione. Non era ancora un triplice omicidio, ma una semplice fuga, probabilmente con denaro sottratto al fondo nero di un’azienda. A quell’epoca il giallo si era ormai sottratto dalle sue parentele conandoliane e si affermava come romanzo sociale contaminandosi col “noir” francese: una prospettiva per me molto stimolante dal punto di vista narrativo. Avevo bisogno di un investigatore e vista la scarsa presa del detective privato in questo Paese, ho pensato che dovesse essere un uomo delle istituzioni, un carabiniere o un poliziotto. Conoscevo, per aver avuto a che fare con lui, un capo della Mobile parmigiana che si presentava con profilo apparentemente dimesso e riflessivo, una specie di don Ciccio Ingravallo alla parmigiana. Mi piacque e lo presi come modello. Si sa che gli scrittori sono ladri di vita altrui. Non sapevo se questo personaggio, schivo, grande camminatore, induttivo e intuitivo, refrattario all’informatica e diffidente della polizia scientifica, avrebbe avuto o no successo. Comunque uscì la sua prima avventura ancorché atipica in quanto “fiscal thriller” e non comune indagine su un assassinio. “Mobydick” pubblicò il libro che finì nelle mani di Raffaele Crovi a cui piacque questo personaggio al punto di volerlo ospitare in due sue collane di narrativa. Nel 2003 lo stesso Crovi mi presentò a Carla Tanzi e Ilde Buratti, presidente ed editor di Frassinelli che decisero di pubblicare “Il fiume delle nebbie”. Il libro fu incluso nei 12 dello “Strega” e risultò settimo alle votazioni per la cinquina. Fu uno dei primi gialli a partecipare al premio. Due anni dopo, nel 2005, Soneri è diventato un personaggio dell’immaginario collettivo con l’uscita della prima serie di “Nebbie e delitti” interpretata da Luca Barbareschi. A quelle prime quattro puntate hanno fatto seguito altre dieci puntate andate in onda in successive due serie nel 2007 e nel 2009.”

Valerio Varesi

Il segreto di mia sorella

Il segreto di mia sorella è “un thriller per i lettori di Gone Girl… scritto con lo stile unico di Flynn Berry.” (The New York Times Book Review)

La campagna inglese, nella sua verdeggiante piattezza da campo di golf, ha sempre riservato sorprese ai suoi abitanti. E ai lettori di gialli.

Dal villaggio dove Miss Marple risolve delitti sferruzzando sull’ultimo lavoro a maglia in poi, la quiete della provincia nasconde il fuoco sotto la cenere. È proprio nella campagna inglese che si è rifugiata Rachel, infermiera e amante della natura, insieme al suo cane, un bellissimo pastore tedesco.

Non è sempre sola, perché spesso, quasi tutti i weekend, va a trovarla la sorella Nora: prende il treno da Londra, poi fa una passeggiata attraverso il paese dove ormai conosce tutti e infine la raggiunge per godersi una cena e quattro chiacchiere davanti a un bicchiere di vino. Fino all’ultimo fine settimana.

Quando Nora apre la porta di casa aspettandosi di sentire il profumo del cibo e invece si trova davanti a una scena che le toglie il respiro: Rachel e il suo magnifico cane sono stati uccisi barbaramente. Mentre la polizia comincia a indagare, Nora si rende conto di due cose: che il delitto ha a che fare con il passato, suo e di Rachel. E che non conosceva sua sorella come aveva sempre creduto.

Un thriller hichcockiano che vi terrà con il fiato sospeso.

Bad Man è un thriller horror della miglior specie

Bad Man è un thriller horror della miglior specie e siamo d’accordo con USA Today quando lo definisce un mix tra Stephen King e Tre manifesti a Ebbing, Missouri.

Il suo autore, Dathan Auerbach, d’altra parte, è uno che si è fatto le ossa su Reddit, la piattaforma di racconti horror e creepypasta, le leggende metropolitane che rivisitano vecchie storie di coccodrilli nelle fogne, piante carnivore e maschere africane animate da spiriti maligni.

Così ha immaginato il suo protagonista Ben in una piccola cittadina di provincia molto kinghiana, lo ha dotato di un passato difficile (ha perso il fratellino in un supermercato e non lo ha più ritrovato) e di un presente inspiegabile. Ben, infatti, lavora di notte nello stesso supermercato dove il fratello è sparito, circondato da ombre e presenze sfuggenti, da rumori improvvisi e misteriosi corridoi che non portano a nulla.

Notte dopo notte, Ben insegue i suoi fantasmi, convinto di poter dare una spiegazione a quanto è successo. Solo che Ben non ha ancora capito dove si trova.

Leggete Bad Man e poi fateci sapere!

I ricordi di un’altra: il nuovo thriller di Louise Jensen

Perché abbiamo chiamato il nuovo thriller di Louise Jensen I ricordi di un’altra? Perché uno degli elementi centrali della suspense in questo bel thriller è la memoria.

Ma non la perdita della memoria, come succede alle eroine di altri romanzi famosi, bensì, al contrario, una memoria in più. L’incipit del libro è questo: una ragazza normale, con un lavoro, un fidanzato e molta energia, si ammala di influenza, o almeno questa è la diagnosi. Solo che le cose vanno sempre peggio, il suo cuore è compromesso da un’infezione e per sopravvivere ha bisogno di un trapianto. Quando ormai le speranze sono vicine allo zero, il cuore nuovo arriva e la ragazza sopravvive. Solo che da quel momento comincia a pensare alla donatrice, forse addirittura pensa con la donatrice. Perché ricorda cose che non appartengono alla sua vita.

Inutile dire altro, il thriller non manca, il mistero è notevole e la Jensen è brava a farci girare le pagine per scoprirlo, ma facendo un po’ di ricerche abbiamo scoperto che esiste una teoria, quella della memoria cellulare, secondo la quale le cellule del nostro corpo contengono in sé un vero e proprio ricordo. Siamo fra scienza e fantascienza, niente è dimostrato, ma di sicuro la cosa ha un suo fascino. Provate a cercare sul web CHARLOTTE VALANDREY, e ovviamente leggete il libro, poi fateci sapere che ne pensate.

Un thriller perfetto per l’estate!

Arriva il thriller dell’estate: IL SILENZIO DELLA CITTA’ BIANCA

Finalmente l’estate non è più un miraggio, la prova costume è andata a buon fine, e non ci resta altro che aspettare i saldi per gli acquisti last minute. Manca ancora qualcosa? E certo, i libri per il super relax. Qualcuno magari lo avete già comprato e lo custodite sullo scaffale pre-partenza, qualcuno sta ancora arrivando.

Il Silenzio della città bianca, una novela policiaca, come dicono in Spagna, è un thriller molto intrigante. Perché?

Perché è un thriller avvincente che si muove tra i miti e le leggende dei Paesi Baschi (ne abbiamo già parlato qui), tra archeologia, segreti di famiglia e psicologia criminale. Un noir elegante e ricco di sfumature nel quale gli errori del passato diventano sanguinose minacce nel presente.

Perché ci è piaciuto molto dove è ambientata la storia: Vitoria, la capitale dei Paesi Baschi, una città bellissima che ricorda molto le nostre cittadine medievali, una tappa misteriosa sul Camino di Santiago di Compostela. Se avete voglia e tempo, provate a dare un’occhiata al booktrailer spagnolo: guardandolo, a noi è venuta voglia di andare fare una vacanza da quelle parti (magari con un salto al mare, tra Bilbao e San Sebastian…). E ci è anche venuta voglia di conoscere il protagonista: Unai, detto Kraken. Che ci porta al prossimo perché.

Perché il protagonista è un poliziotto in gamba e veramente anarchico, completamente allergico alle regole. Ha una vita complicata e un passato da scoprire. È il mago della logica ed è irresistibilmente sexy. Ripeto, guardate il booktrailer e poi ne parliamo.

Perché Il silenzio della città bianca è stato il romanzo rivelazione dell’anno in Spagna, è piaciuto a migliaia di lettori, anche ai recensori più severi, e ha convinto una casa di produzione cinematografica a opzionare i diritti per un film.

Perché l’autrice è una donna giovane e simpatica con una professione solida (l’ottico, ve lo immaginate?) e con una grande passione e un gran talento per la scrittura. Alla quale si è dedicata anima e corpo ottenendo uno strepitoso successo.

Provate a leggerlo e fateci sapere.

Alla scoperta della città bianca

Tasio Ortiz de Zárate è stato condannato come serial killer. È accusato di aver ucciso seguendo una logica macabra, lungo un percorso ideale nella tranquilla città di Vitoria.

Ma di che città parliamo?
Vitoria-Gasteiz è capoluogo de facto dei Paesi Baschi nonché capoluogo ufficiale della provincia di Álava.
La città fu fondata nel 1181 dal Re di Navarra con il nome di Nueva Vitoria, e venne costruita accanto al villaggio di Gasteiz, fondato dai visigoti nel 581. La città è divisa in due parti: quella antica in alto sulla collina, quella moderna in basso.

La posizione strategica di Vitoria, sulla strada più corta di collegamento fra la Castiglia e il Nord Europa, ha posto questa città sempre al centro di attività commerciali. Vitoria in passato è stata anche una delle tappe del Camino de Santiago: i pellegrini che ovviamente si servivano della strada più corta e meno disagiata trovavano qui possibilità di sosta, di raccoglimento e preghiera nella famosa cappella dedicata a Santiago ed anche di cura nell’ospedale de Santiago de la Plaza.

Il quartiere medievale antico con le caratteristiche case con balconi a sporto (miradores) è considerato fra i più bei centri storici del nord della penisola iberica. Per via della sua forma caratteristica viene soprannominato la Almendra Medieval (Mandorla Medievale). L’edificio antico più importante è l’antica Cattedrale di Santa Maria o Catedral Vieja (vecchia), come si conosce popolarmente, eretta nel punto più alto della collina del Campillo, nella parte più antica di Vitoria, dove nel 1181 venne fondato il primo nucleo di abitazioni.

In origine, la chiesa fungeva anche da fortezza e formava parte del sistema difensivo medievale della città.

Cuore della vita cittadina, e posta ai piedi della collina, è la Plaza de España o Plaza Nueva creata nel 1791. Luogo della Fiesta de Vitoria è la Plaza de la Virgen Blanca. Altri edifici civili sono la Casa del Cordon del XV secolo e il Palacio Ajuria-Enea. Il Museo Archeologico, collocato in Plaza de la Burullería, uno dei quartieri più belli della città, conserva reperti preistorici e romani.

I quartieri moderni con larghe strade e viali alberati sono immersi nel verde dei giardini e dei parchi interni o contigui alla città, come il Parque de la Florida, il Prado, il Parque de Molinuevo e l’Anillo verde che circonda tutta la zona urbana.

Io, me e Winslow – di Alessandro Bongiorni

Il mio rapporto con Don Winslow è iniziato in modo molto romantico. O almeno, io la vedo così.

Sei anni fa entrai alla Libreria del Corso di corso San Gottardo a Milano (che adesso, purtroppo, ha chiuso i battenti per lasciare spazio a una catena di dentisti) e mi rivolsi ad Alice, la libraia. Le domandai: «Cosa mi fai leggere?».

Lei, che nel corso degli anni aveva imparato a conoscermi, si diresse sicura verso lo scaffale di destra. Tornò poco dopo con due libri: L’inverno di Frankie Machine e Il potere del cane. Nel dubbio, li presi entrambi.

Qualche giorno dopo iniziai L’inverno di Frankie Machine. Quando lo finii, feci quello che faccio ogni volta che finisco un libro che ho amato particolarmente: niente.

Nel senso che per un po’ non leggo più niente. Ho bisogno di continuare a pensare a quel libro.

Nel 2010 ero alle prese col mio secondo romanzo, avevo un piccolo editore senza distribuzione e andavo in giro per librerie con in spalla uno zaino bordeaux (l’ho ancora, anche se adesso il bordeaux tende al nero) a proporre il mio precedente romanzo «da tenere in conto deposito». Tra un «no» e un «nì», successe qualcos’altro: arrivò l’estate, andai in Sardegna e mi portai dietro Il potere del cane. Divorai le sue 715 pagine in soli quattro giorni. Un paio di pomeriggi evitai perfino di andare in spiaggia perché questo avrebbe comportato l’interruzione – seppur momentaneamente – della lettura, e io da quel libro non mi ci volevo staccare. Non potevo!

C’erano Art Keller, i Barrera, Antonio Ramos, Nora Roberts, Sean Callan, padre Juan Parada, Sal Scachi, el Tiburon, le guerre tra narcos. Come facevo a mollare tutto così?

Quell’estate sancì definitivamente una cosa: nel mio modo di intendere la letteratura sarebbe esistito un prima de Il potere del cane e un dopo Il potere del cane. E non si tratta di copiare, o di scimmiottare. Niente affatto. Si tratta di capire quale direzione si vuole prendere. Cosa si vuole fare da grandi.

Io lo capii davvero nell’estate del 2010.

Ecco perché due anni fa, quando venni a sapere che “il vecchio Don” avrebbe presentato Missing. New York alla Feltrinelli di piazza Piemonte, a Milano, non potei fare a meno di andare ad ascoltarlo. L’incontro, poi moderato – bene – da Fabio Volo, sarebbe iniziato alle 18.00. Neanche a dirlo, alle 16.30 ero lì, in prima fila dopo gli alti papaveri (okay, quindi in terza fila…) ad aspettare Winslow.

Maledizione, neanche le teenager con i The Kolors o gli One Direction (postilla: la musica è morta).

La foto che vedete in questa pagina – quella in cui ho una faccia che… ma lasciamo stare – l’ho fatta al volo, mentre la folla mi spingeva da dietro reclamando la tanto agognata dedica.

To Alessandro,

Don Winslow.

È stato bello incontrarlo.

 

VENTUNO #BlogTour

VENTUNO

Se ogni indagine è una corsa a ostacoli tra mille false piste e deduzioni sbagliate, risolvere un mistero che affonda le radici nel mondo dell’illusionismo lancia una sfida ancora più complicata alla mente dell’investigatore.

Al cuore di VENTUNO c’è una rete di delitti che si estende su tutti i continenti ma trova il suo fulcro a Las Vegas, nei dietro le quinte bollenti e fumosi dei casinò, dove magia, fortuna e imbroglio si intrecciano fatalmente. Molti tenteranno di districare questo groviglio, ma solo un uomo ha la carte per farlo. Il suo nome è Nathaniel Poe: non può percepire la realtà come tutti gli altri, perché ha perso la vista, ma proprio questo gli dona una facoltà intuitiva che gli permette di cogliere tutto ciò che travalica la realtà stessa.

Non vi sveleremo altro, se non che l’autore è Antonio Casanova. “Chi, il mago?” – vi sentiamo già domandare. Già, proprio lui. E non si tratta di un trucco: Casanova ha davvero costruito un thriller mozzafiato nel quale il confine tra realtà e illusione si confonde e diviene sempre più labile fino a scomparire del tutto. Del resto, chi meglio di un illusionista di professione può costruire una storia nella quale niente è ciò che sembra?

Da qui parte il nostro #blogtour seguiteci per scoprire le tappe di questa storia al confine tra realtà e illusione…

Ecco la prima tappa su >>Letteratura Horror

La secondo tappa >>Sul Romanzo

Terza tappa >>Il Giallista

Quarta tappa >>Club del Giallo

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