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Quello che i ragazzi... Intervista a Nan Coosemans

Nel libro QUELLO CHE I RAGAZZI NON DICONO, Nan Coosemans, formatrice e mamma, dà voce agli adolescenti e insegna ai genitori come stare vicino ai figli che crescono. Perché l’adolescenza può essere un periodo difficile, tra conflitti famigliari, insuccessi scolastici, bullismo, problemi alimentari, uso del telefonino e dei social, prime esperienze sessuali.

Abbiamo intevistato Nan Coosemans a proposito di queste tematiche…

 

Il tuo libro dà grande spazio alle testimonianze dei ragazzi: lettere, pagine di diario, riflessioni. Un approccio originale rispetto ai tanti libri in cui degli esperti cercano di spiegare ai genitori come interpretare e rispondere agli atteggiamenti dei figli. Come nasce questa scelta?

Questa scelta nasce del fatto che sono da oltre 20 anni nel mondo dello sviluppo personale, iniziata come partecipante e proseguita poi come staff, trainer, organizzatrice. Ho affiancato e lavorato con  grandi formatori e psicologi internazionali.

Durante quegli anni ho visto la differenza tra chi ha un’esperienza maturata solo studiando e chi ha vissuto, sperimentato personalmente quello che insegna. In questo secondo caso si riesce a trasmettere un messaggio molto più forte. Se lavori con dei genitori, per esempio, ma non sei un genitore, fai più fatica dare degli input. La stessa cosa succede con gli adolescenti: puoi leggere, studiare tante cose, ma lavorare condividendo con loro la tua esperienza di vita è fondamentale. Ecco perché ho scelto questo approccio: le storie che racconto nel libro non sono inventate, sono storie vissute, e credo che per i genitori sia più facile riconoscersi e mettere in pratica i consigli.

Come sei arrivata a occuparti di adolescenti e di relazioni famigliari?

Sono uscita di casa quando avevo 15 anni, quindi in piena adolescenza. In quel periodo ho vissuto con due persone che lavoravano con Anthony Robbins, il life coach statunitense,  e mi hanno aiutato a sviluppare la giusta consapevolezza per poter affrontare la situazione. Li è nato il sogno di creare Younite: ero convinta che se avevo potuto superare  quel periodo pieno di sfide difficili, allora potevo aiutare anche gli altri. Otto anni fa abbiamo creato questa realtà e iniziato a lavorare nelle scuole con i ragazzi e, di conseguenza, anche con le famiglie.

Quali sono i desideri, i bisogni, le paure che ti esprimono più spesso i ragazzi?

Il 98% dei ragazzi mostra di essere insicuro di sé e di avere una bassa autostima. Questo porta spesso ad avere conflitti interiori  e a costruire, con i coetanei o a casa, relazioni che non sono basate sul loro vero “essere” ma su una immagine di sé imposta dalla società e sentita come più “adatta”. Da lì provengono spesso i problemi a scuola, la demotivazione e anche il bullismo. I ragazzi hanno anche paura di crescere, di evolversi, perché i loro esempi (genitori, insegnanti) mostrano anche loro di fare fatica.

Nella tua esperienza hai verificato un aumento dei fenomeni di bullismo?

Purtroppo negli ultimi anni il fenomeno del bullismo si è  ingrandito, soprattutto con il mondo dei social. Credo che dipenda molto da come si vedono i ragazzi oggi, dal fatto di essere insicuri e di aver bisogno di nascondersi dietro una maschera. È una situazione diffusa fra gli adolescenti, che dovrebbero essere accompagnati nello sviluppo della loro identità. Gli adulti spesso sostengono che tutti vivono la crisi dell’adolescenza, ma poi il momento passa. Ma non sono convinta che sia così. Lavorando con i genitori, si capisce invece che le crisi hanno conseguenze anche più avanti. Se il bullismo aumenta, inoltre, la ragione si trova anche nei messaggi negativi che si trasmettono, nei pregiudizi circa le altre culture, nelle nostre paure.

Qual è l’atteggiamento più utile per creare le condizioni di un buon rapporto con i figli adolescenti?

Nel rapporto con gli adolescenti servono soprattutto l’ascolto, l’osservazione e la pazienza. Spesso l’adolescenza viene vista come un periodo duro per i genitori ed è vero, ma fino un certo punto. I ragazzi cambiano da un giorno all’altro, ma non si può pretendere che restino sempre gli stessi. E noi dobbiamo cambiare con loro.

Se li osserviamo, restiamo aperti all’ascolto e abbiamo pazienza  scopriremo delle cose nuove sui nostri figli. Loro stanno scoprendo un nuovo mondo, si stanno trasformando in adulti – e non è una cosa da poco-, e in più devono confrontarsi con la società di oggi, che non è facile. Noi genitori dobbiamo rinunciare all’idea di poter insegnare loro tutto. Dobbiamo essere una guida per loro, ma lasciarli sbagliare, dar loro spazio per cadere ed esserci nel momento del bisogno, sostenendoli senza giudicare.

Quali sono gli errori che i genitori commettono più spesso?

I genitori tendono a trasmettere ai figli le loro ansie, le paure e altre emozioni, spesso anche inconsciamente. Riflettere su noi stessi, su cosa stiamo progettando per i nostri figli è fondamentale. Spesso li spingiamo verso certe scelte che riteniamo utili per il loro futuro. Ma non è questo che fa bene ai ragazzi. Se riconosciamo e accettiamo la vera identità di nostro figlio, lo lasceremo libero di scegliere, pur continuando a sostenerlo. Fare un passo indietro non è facile, lo sappiamo, ma è possibile.

Cosa possono imparare i genitori dai loro figli? Cosa ti dicono, dopo aver frequentato i tuoi corsi?

Come dice il titolo del libro, i genitori possono imparare quello che i ragazzi spesso non dicono. I ragazzi sono anche più saggi degli adulti, e vedono cose, in famiglia, che neppure ci immaginiamo. Se restiamo aperti all’ascolto, noi genitori possiamo imparare anche qualcosa su noi stessi. Durante i corsi i rapporti fra genitori e figli si rinforzano perché la comunicazione si approfondisce, si apre.

Credo che i figli siano i nostri più grandi maestri, lo si scopre quando si rinuncia alle aspettative di essere perfetti e si guarda alla crescita dei figli come a un’occasione di crescita anche nostra, senza per questo perdere la nostra autorevolezza. Nei nostri corsi lavoriamo molto su questo punto e nel video  che offriamo gratuitamente ai lettori di questo libro trattiamo argomenti come l’ascolto, il rispetto, il senso di responsabilità e il modo di dare supporto ai ragazzi di oggi. 

Quello che i ragazzi non dicono

Quello che i ragazzi non dicono

Nan Coosemans

Con l'arrivo dell'adolescenza, la confidenza e la spontanea intimità che caratterizzano il rapporto tra genitori e bambini sembrano interrompersi improvvisamente. I ragazzi diventano taciturni,...

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