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Stephen King non smette mai di essere attuale: i suoi racconti e romanzi continuano ad affascinare vecchie e nuove generazioni di lettori. Perché? Qual è il segreto di King?

In occasione di un nuovo progetto editoriale, che vedrà la luce a inizio settembre, ne abbiamo parlato con Linda Kleinefeld (editor della collana di tascabili Pickwick) e Anna Pastore (editor di Stephen King). Di che progetto parliamo? Il 4 settembre arriveranno in libreria, in edizione Pickwick, cinque racconti di Stephen King, tratti dalle sue raccolte più celebri e amate: storie horror, ma non solo; storie di passaggio e formazione; storie che raccontano un mondo – quello degli adolescenti e dei ragazzi – da sempre al centro dei romanzi dello scrittore americano.

Stephen King si avvia ai 71 anni: in moltissimi dei suoi romanzi ragazzi e adolescenti hanno ruoli cruciali (anche quando, magari, i protagonisti sono adulti). La capacità di avvicinarsi al mondo dei ragazzi e alla visione che loro hanno è straordinaria. Come fa?

In generale King ha il dono di entrare nella pelle dei suoi personaggi in modo così naturale che il lettore si dimentica di essere in un’opera di finzione e non avverte come “costruito” un personaggio. I ragazzi, e in particolar modo gli adolescenti, sono sempre molto veri e reali, perché vere e reali sono le loro emozioni: il piacere e al tempo stesso la paura della scoperta; l’innocenza e la ferocia; il desiderio di appartenenza e il più disarmante senso di solitudine. King riesce a raccontare tutto questo perché è un grande scrittore e perché, nonostante il passare del tempo, dentro quell’uomo alto di 71 anni rimane sempre il ragazzo goffo di 17.

Pensiamo a IT: King scrive nelle pagine di quel capolavoro “i veri mostri sono gli adulti”. Ma di cosa hanno paura i ragazzi?

Da ragazzi, oggi come quarant’anni fa, abbiamo paura soprattutto di una cosa: di non sapere chi siamo, di non sapere chi diventeremo da adulti. Soprattutto quando gli adulti danno esempi come quelli raccontati nel romanzo. Il genio di Stephen King consiste nell’incarnare quella paura in un mostro soprannaturale: Pennywise. Quello contro IT, la cosa che si nasconde nel buio, è un conflitto anche con la parte oscura di se stessi.

King ha pasciuto almeno due generazioni di lettori a suon di horror e thriller. Perché continua a essere così attuale e popolare?

La paura non ha età, che sia quella per il lupo di Cappuccetto Rosso o quella per Pennywise. King ha messo a punto dei sottili meccanismi narrativi che agiscono su tutti i lettori, sollecitando la più totale immedesimazione. Per esempio, King inizia sempre le sue storie dalla vita di tutti i giorni, facili da immaginare: in IT è un bambino che gioca con una barchetta di carta, in The Body – Stand by me è un gruppo di ragazzini che si ritrova sulla casa su un albero. Poi, come un’ombra, il male s’insinua nel paesaggio e la paura si impadronisce di noi.

Nei racconti che Pickwick ripropone ci sono elementi reali, come il cadavere di The Body, e soprannaturali, come la malefica nebbia di The Mist. Come interagiscono reale e sovrannaturale in King?

È sorprendente come Stephen King sappia mescolare realtà e fantasia. Ciò che accade è che l’impensabile diventa incredibilmente reale e quindi ancor più terrificante. Immaginate una polaroid che sputa foto di un cane ringhioso che, scatto dopo scatto, si muove e prende vita (The Sun Dog). Come può essere credibile una storia simile, come fa paura? Paradossalmente, è proprio nella descrizione dettagliata degli aspetti più strettamente fisici, che King riesce a rendere verosimile il soprannaturale. Come quando la ragazzina cieca di The Langoliers, svegliandosi a bordo dell’aereo e cercando i passeggeri scomparsi, trova su un sedile una parrucca. Il terrore sta nel poter toccare con mano l’impossibile…

 

 

>I cinque racconti saranno in libreria dal 4 settembre<

Ecco quali sono i racconti:

The body (tratto da Stagioni diverse)

The mist (tratto da Scheletri)

The sun dog (tratto da Quattro dopo mezzanotte)

The langoliers (tratto da Quattro dopo mezzanotte)

Low man in yellow coats (tratto da Cuori in Atlantide)

 

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