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Dark Heaven #Blogtour e intervista alle autrici

DUE RIGHE SUL BLOGTOUR

“Dream with Dark Heaven”, sogna con Dark Heaven. Abbiamo scelto questo titolo perché ci sembrava più rappresentativo di questo terzo e ultimo volume della saga, volutamente più dark e movimentato, più vicino al terreno del sogno (o forse dell’incubo?).  Hanno aderito al blogtour dieci blog autorevoli che recensiscono i libri con serietà e passione: Sognandotralerighe, Coffee and Books, Libricheamore, ReadingatTiffany’s, Alicechimera, Romanticamente Fantasy, IlibridiLo, BookTime, Leggerefantastico, Mr. Ink-Diario di una dipendenza. Il progetto comincia con questo post e andrà avanti fino ai primi di ottobre, quasi un mese di tempo per raccontare gli ingredienti principali del romanzo e del nostro approccio alla scrittura. Abbiamo fornito dieci testi inediti (uno per ciascun blog) svelando i retroscena, raccontandoci. Speriamo che questo originale tour catturi i lettori, e li porti a camminare con noi sull’orlo dell’abisso.

Flavia e Lorenza

DOMANDE DI LORENZA A FLAVIA

D. Questa saga ci ha viste impegnate per cinque anni di entusiasmi e fatiche assieme. Qual è stato il momento più bello per te? E quello più brutto?

R. Sarebbe facile dire che i momenti più belli sono stati quando il nostro agente ci ha comunicato l’interesse di Sperling & Kupfer per Dark Heaven, o quando siamo andate a Milano a conoscere lo staff della Casa Editrice, o il momento della firma del contratto. Ma non sarebbe propriamente vero. Quelli sono stati tutti momenti emozionanti ma se devo pensare ai momenti più intimamente belli sono quelli in cui è scaturita un’idea al momento giusto o quando un personaggio cessava di essere tale ma si definiva sempre meglio, dandoci l’impressione di conoscerlo un po’ di più. Quando sentivo di aver scritto esattamente quello che volevo, riuscendo a comunicare le sensazioni che desideravo.

Il più brutto… mah, forse quando mi sono ammalata e l’unica cosa che volevo fare era andare a letto presto ma avendo delle scadenze non è stato possibile.

D. Questo terzo libro è più dark e meno giovanilistico dei precedenti. Entrambe abbiamo scelto questa via senza quasi accordarci in merito. Secondo te come mai?

R. Ma perché non vedevamo l’ora di poter far uscire la nostra anima letteraria profondamente gotica! Credo che a volte il genere “young adult” abbia ingabbiato alcune idee un po’ più audaci (sotto vari punti di vista, non ultimo quello lievemente splatter che da sempre ci delizia). D’altra parte il primo pseudonimo proposto alla nostra Casa Editrice (Stefania Re) altro non voleva essere che un omaggio al Re dell’orrore, quel Stephen King la cui anima nera abbiamo sempre adorato. Poter dunque parlare di luoghi lugubri pervasi da una costante un’atmosfera minacciosa e dove i nostri protagonisti potevano essere aggrediti da creature mostruose ed essere soggetti ad ogni tipo di tortura… come avrebbe potuto non trovarci profondamente d’accordo?

D. Perché ti sei affezionata così tanto a Lacombe da suggerire a più riprese di avvantaggiare lui rispetto a Damien?

R. Tu sai bene (anche a tuo discapito) quanto io non sia prevedibile e lineare, anche nella scrittura. Forse gli unici momenti di scontro sono nati proprio a causa del mio cambiare le carte in tavola rispetto i punti che avevamo deciso. Credo che sia una buona cosa in verità, molto stimolante… peccato lo facessi durante la scrittura e non in fase organizzativa. Quindi al mattino tu ti ritrovavi a leggere dei pezzi di una storia completamente stravolta rispetto gli accordi della notte prima. Però siamo state brave, dai, ci siamo venute incontro arrivando sempre a degli ottimi compromessi. Così è anche nato Francesco, il primo personaggio per cui ho avuto una cotta dopo che è uscito dai tasti del pc, alternativo, ironico ed eccessivo, il contrario di ciò che avevamo deciso che doveva essere. In qualche modo anche Lacombe si è sviluppato contro il mio volere (ricordi? all’inizio doveva uscire di scena al quinto capitolo…) e si è imposto all’attenzione di entrambe. Mi piacciono i personaggi che ci sfuggono di mano perché mi sembra che abbiano da dire qualcosa in più rispetto a quello che decidiamo noi per loro. E Lacombe in particolar modo ha il mio benvolere perché trovo che sia il personaggio che più è cambiato durante questa trilogia, che è maturato e che ha capito più cose di tutta la vicenda. E’ vero, c’è stato un momento in cui l’avrei voluto protagonista assoluto della storia a scapito di Damien, stravolgendo il finale. Ma in effetti questa volta sarebbe stato davvero troppo!

DOMANDE DI FLAVIA A LORENZA

  1. D. Abbiamo spesso detto che noi siamo le prime e più severe critiche di noi stesse, l’una nei confronti dell’altra. In questo terzo libro, in qualche momento mi sono sentita addirittura un po’ feroce. Eppure non ti sei mai ribellata alle mie critiche ma hai sempre acconsentito a modifiche o a compromessi. La domanda è: in verità nel profondo hai dovuto controllare una rabbia cieca ed assassina per terminare la saga senza fare vittime? Invece per quanto riguarda le mie parti sei stata decisamente buona, a tuo parere andavano bene così com’erano tanto che a volte temevo non le avessi neanche lette. La seconda parte di questa domanda è: devo forse pensare di essere diventata una scrittrice formidabile?

R. Le tue critiche sono quasi sempre motivate e costruttive (a parte quando ti fai prendere dall’aura negativa…). Le uniche volte in cui mi fanno arrabbiare sono quelle per cui non va bene niente: ovvero quando la parte che ho scritto è da rifare interamente perché secondo te non è nel mood giusto oppure il punto di vista non è centrato. Allora mi imbestialisco, ma più per il tempo “perso” e per tutto ciò che avevo investito in quella parte. Perché, come tu sai, dietro a ogni testo scritto e alla modalità di affrontarlo, c’è una scelta precisa – oltre che una fatica e una passione, naturalmente. Nulla viene affrontato con semplicità, anche se l’entusiasmo a volte porta a voli pindarici…

Per quanto riguarda il tuo contributo a Dark Heaven… In questo terzo capitolo ti ho dovuto “tirare” meno del solito. Un po’ probabilmente perché i tempi erano più contingentati, un po’ perché ti sei responsabilizzata strada facendo (mi viene da ridere al pensiero della tua faccia in questo momento), ad ogni modo non ti ho dovuto stressare troppo affinché scrivessi. E di questo tuo nuovo slancio responsabile ha “goduto” anche la scrittura, che ho trovato più matura e più centrata.

D. Siamo arrivate alla fine della trilogia e siamo costrette ad abbandonare i personaggi che abbiamo coccolato (e che a volte abbiamo strapazzato) per più di tre anni. Sei soddisfatta di come li abbiamo raccontati? O secondo te qualcuno aveva ancora qualcosa da dire?

R. Mah, un po’ dispiaciuta di lasciarne qualcuno, ma abbastanza soddisfatta in linea di massima. Credo che entrambe abbiamo un piccolo conto in sospeso con Lacombe che temo non riusciremo a riparare. Ma chissà, magari il futuro offrirà nuove sorprese… Invece una cosa che mi dispiace è non aver potuto far parlare tre personaggi che sono stati censurati strada facendo e alla fine non sono proprio comparsi nella saga: mi riferisco alla zia di Penny, Dafne, insegnante di yoga sui generis; a Jeremy, splendido fotografo di origini bretoni che faceva il filo a Penny; e alla Ale, quarta compare del gruppo Virginia-Emma-Penny, la più simpatica ed eccentrica, che abbiamo dovuto tagliare per evitare che il romanzo andasse in troppe direzioni. Infine colgo l’occasione per dedicare un ricordo “esequia” anche alla prima versione di Penny, quella “bambina d’acqua” che abbiamo dovuto dimenticare sulla carta, ma che è rimasta nei nostri cuori (i più curiosi possono trovare un breve spin off del secondo libro in www.darkheaven.it, tra gli extra…).

D. Ti “giro” la domanda sul personaggio preferito: come mai Damien non ti ha ancora stufato? Come un po’ tutti i “belli e dannati” non ti pare un po’ statico come personaggio?

R. Damien non mi stufa mai, lo trovo divertente nel suo essere “orso” (anche se non lo vorrei mai al mio fianco!) e ha una dote che ho sempre amato in un uomo: la coerenza (non la definirei “staticità”), che nel suo caso a volte significa ostinarsi a ripetere gli stessi comportamenti da testone “so tutto io”, ma più spesso è una qualità che lo rende affidabile e coraggioso. E poi è misterioso, complesso. Senza contare che il nostro “Generale Oscuro” è il più “vecchio” del gruppo (quindi più vicino a noi di età…).

Volete sapere di più sui precedenti capitoli della saga?

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Ecco qui un contributo speciale delle autrici!

Dark Heaven. Il bacio proibito

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Il vento spazza le nubi, rivelando una notte senza luna. Le tenebre che avvolgono Venezia serrano in una morsa i cuori di Damien e Francesco, già messi alla prova dal viaggio che si accingono ad...

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