Torna indietro
Io sono Sara. Il resto è ossigeno

Amo il cielo su Torino quando è azzurro, ed è di un azzurro pieno, unico, intenso.

Amo le montagne che ci circondano e questo potersi sempre orientare: a ovest le Alpi, a est le colline.

Amo giocare con mia figlia, Giulia, di 7 anni, basta che non mi chieda di inventare giochi: che mi guidi lei, che decida lei se devo essere la nonna di Cappuccetto Rosso, un minipony o la cugina di Barbie. Mi piace quando lei è la regista, e io recito per farla felice.

Amo viaggiare. Per lavoro, quando sono a cena la sera in hotel da sola e osservo le persone e immagino le loro storie. Ma amo anche tanto, tantissimo, viaggiare con la mia famiglia, e ho ancora nel cuore tutti i posti in cui siamo stati insieme. Parigi, gli Stati Uniti, Londra, ma anche le Langhe, in quelle domeniche mattina nebbiose in cui un piatto di vitello tonnato e un bicchiere di vino rosso ti scaldano la pelle e il cuore.

Amo essere mamma, ma amo tanto anche il mio lavoro. Mi occupo di comunicazione in una grande azienda, ed è quello che ho sempre voluto fare, fin da quando ero una studentessa universitaria.
Ho avuto un’infanzia felice, se per felice si intende il non subire grandi traumi e il sorridere spesso. Ma quando cresci e diventi genitore a tua volta, ti succede di fare degli errori, e di vedere in quegli errori le tracce di chi ti ha cresciuto.

Mi sono divertita, ho ballato, mi sono innamorata in quegli anni in cui hai tutta la vita davanti e sei troppo impegnata a ridere per rendertene conto.

Una notte d’estate ho conosciuto l’uomo che poi è diventato mio marito e il padre di mia figlia. Abbiamo costruito una quotidianità, giorno dopo giorno, fatta di calore, di supporto e di amore. O almeno, questo è quello che pensavo.

Mi chiamo Sara, e mio marito Arturo se n’è andato di casa il 5 aprile, poco meno di un mese fa, e io sto vivendo questi giorni come anestetizzata.

So che sono stata felice. So che ho amato il senso di calore e di famiglia del tornare a casa la sera e cenare tutti insieme, d’inverno, con il freddo appiccicato alle finestre e le chiacchiere che raccontano la giornata passata.

Ma non so cosa succederà domani, e forse non so nemmeno cosa sia successo davvero ieri, e l’altroieri.

Io sono Sara, lui è Arturo e qui parla la nostra città, Torino. Il resto è ossigeno.

Il resto è ossigeno

Il resto è ossigeno

Valentina Stella

Chissà perché non sono mai scenari speciali o battute da film ad accompagnare i momenti che ci segneranno per sempre; chissà perché spesso le decisioni più importanti restano impigliate a date...

Vedi scheda libro

NEWS CORRELATE

Caro lettore, se desideri restare aggiornato sulle novità editoriali e le iniziative di Sperling & Kupfer iscriviti alla nostra newsletter: è semplice e gratuita.
Iscriviti alla newsletter