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“Quando enormi quantità di atomi si uniscono a formare gli oggetti macroscopici (aeroplani, ponti e robot), gli inquietanti e controintuitivi fenomeni quantistici, con il loro carico di incertezza, sembrano cancellarsi a vicenda e riportare i fenomeni nell’alveo della precisa prevedibilità della fisica newtoniana.”

Ed è esattamente questo il punto, come ha ben chiarito nell’affermazione appena riportata Leon Max Lederman: vincitore del Premio Wolf per la Fisica nel 1982 e Nobel per la Fisica nel 1988 per le sue ricerche sui neutrini.

Ma Lederman non è stato il primo a mettere in evidenza questo fondamentale aspetto della Fisica Quantistica. Proprio per spiegare come l’approccio al mondo quantistico e quello al mondo macroscopico siano profondamente differenti fra loro, Erwin Schrödinger aveva presentato il celeberrimo “paradosso del gatto” in una serie di tre articoli dal titolo “La situazione attuale della Meccanica Quantistica” pubblicati, nel 1935, sulla rivista Die Naturwissenschaften. Ecco cosa scrisse esattamente: “Si possono anche costruire casi del tutto assurdi [confondendo il mondo atomico e subatomico con quello macroscopico]”. E questo, purtroppo, è un rischio sempre presente e con cui la ricerca scientifica deve necessariamente confrontarsi.

Fabio Fracas

Il mondo secondo la fisica quantistica

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Fabio Fracas

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