Lettera di Markus Zusak alle lettrici e ai lettori italiani

Care lettrici e cari lettori italiani,
Il ponte d’argilla racconta di un ragazzo che rischia tutto quello che ha, per diventare quello che ha bisogno di essere: costruire un ponte, e trovare nella grandezza dell’impresa la cura per le tragedie della sua vita. L’idea mi è venuta oltre vent’anni fa quando (così vi svelo ma mia età…) avevo diciannove o vent’anni: pensavo a un ragazzo che avrebbe costruito un ponte, e che si chiamava Clayton – e da lì mi venne in mente il titolo, “The Bridge of Clay” – e immediatamente fui colpito dall’idea di questo ponte che sarebbe stato fatto di pietra, di legno, ma che nel profondo sarebbe stato fatto di lui, di Clay. Ma poi c’è voluto un sacco di tempo prima che il resto del libro, o meglio “il mondo” del libro, prendesse forma. Alla fine, ho trovato quello che cercavo: Cinque fratelli. I loro genitori. Cinque animali. E Clay al centro di tutto questo.
Da un certo punto di vista, è come se questo libro racchiudesse in sé tutti i miei romanzi precedenti, ma da un altro punto di vista è invece del tutto isolato. Io volevo continuare ad essere ambizioso dopo Storia di una ladra di libri. Volevo scrivere un altro romanzo che fosse completamente significativo, per me. E oggi, dopo tutto questo tempo, sento di esserci riuscito. In conclusione penso che sia un libro diverso da quello che i miei lettori si aspettavano, ma penso anche che la soddisfazione, per loro, sarà maggiore.
Spero che i lettori possano provare la sensazione di essere entrati in un mondo e di essere usciti dall’altra parte, dopo aver conosciuto questi personaggi, dopo aver provato quanto questi personaggi si siano amati l’uno con gli altri, anche quanto hanno litigato, o si sono picchiati, o si sono presi in giro. Forse il mio desiderio è che i lettori provino quello che ha provato Clay, che anche loro sentano che tutti noi prima o poi dobbiamo affrontare una sfida grandiosa, e anche se ci rendiamo conto di non poterla vincere, dobbiamo comunque provarci.

MARKUS ZUSAK

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