Israele è un piccolo, dinamico paese pieno di contraddizioni, che la sinistra vede come uno Stato occupante e la destra come una nazione minacciata dagli arabi e dagli islamici.
Ari Shavit, nato nel 1957, da adolescente ha creduto in una occupazione “benevola”, portatrice di benessere. Ma durante il servizio militare, di fronte alla violenza e all’oppressione esercitata sugli arabi, è diventato pacifista.
Oggi è un giornalista e un commentatore politico che sfida i dogmi della destra e della sinistra dimostrando che la complessità della questione israeliana non può essere ridotta a una serie di tesi e antitesi, e che occorre confrontarsi con la storia, con ciò che è accaduto, a partire da quel piccolo gruppo di emigranti che alla fine dell’800 si mossero da più parti d’Europa per raggiungere la Terra promessa.