LUOGHI MISTERIOSI: itinerario sul lago Maggiore

Dopo aver scoperto con le meraviglie nascoste di Venezia, del Giardino di Bomarzo, e della LiguriaIsabella Dalla Vecchia e Sergio Succu (autori del libro LUOGHI DI FORZA) ci portano a spasso tra i tesori e i misteri del Lago Maggiore. Pronti a partire? 

Sesto Calende

Una chiesa cristiana su un luogo pagano

Appena fuori l’abitato di Sesto Calende, nei pressi di un bosco, si trova il famoso “Sass da Preja Buja” (sasso di pietra scura): si tratta di un masso erratico, un importante luogo di culto pagano che presenta curiose impronte sulla sommità e alcune conche, utilizzate per ospitare oggetti votivi durante gli antichi rituali. Con ogni probabilità, veniva utilizzato come altare sacrificale in epoca preistorica per propiziare riti di fertilità. Accanto al masso si scorgono altre grosse pietre erratiche con interessanti petroglifi. Il Sass da Preja Buja  è stato dichiarato monumento naturale nazionale. A poco meno di 200 metri emerge il piccolo Oratorio di San Vincenzo, una chiesetta del XII-XIII secolo: l’edificio si trova presso il masso, testimonianza del fatto che, molto spesso, gli edifici di culto cristiano venivano edificati su antichi luoghi pagani, affinchè il cristianesimo si sostituisse ai precedenti culti locali.

Come arrivare: Seguire per l’Oratorio di San Vincenzo, giunti alla chiesetta imboccare la stradina per il bosco seguendo il cartello che conduce al masso

Angera

La “Porta delle Fate”

Ai piedi dell’arroccato castello di Angera, si trova una cavità, difficile da individuare, che anticamente era un mitreo: si tratta dell’unico esempio in tutta la lombardia di culto del dio Mitra, diffuso invece in altre regioni. Alla cavità è stato dato il nome di Tana del Lupo, Antro di Mitra e Grotta delle Fate. All’esterno sono ancora presenti delle tracce di rilievi alquanto misteriosi, legati ad antichi rituali, e incavi che dovevano contenere lapidi o oggetti votivi. Una leggenda narra che all’interno della grotta, ogni 100 anni, si apre una porta magica che conduce a un’altra dimensione popolata da fate ed esseri soprannaturali. Nessuno ha mai varcato la soglia per raccontare cosa ci sia effettivamente dall’altra parte.

Sul promontorio, all’interno della splendida Rocca di Angera si trova uno dei musei della bambola e del giocattolo più antico e importante d’Europa, imperdibile per gli amanti dell’horror legato a bambole e pupazzi. In questo museo, infatti, la fantasia non trova confini ed è possibile incontrare qualche  bambola dallo sgaurdo particolarmente inquietante, che sembra prendere vita da un momento all’altro, a nostra insaputa.

Come arrivare: Il Museo si trova all’interno della Rocca facilmente raggiungibile dal paese.

Il miracolo del sudor di sangue

Sempre ad Angera, merita una sosta il Santuario di Madonna della Riva in cui è accaduto il miracolo del “sudor di sangue” della Madonna con Bambino, tuttora presente e venerata all’interno della chiesa. Era il 27 giugno 1657 e accadde che dalla fronte di Maria Vergine, posizionata sopra un muro laterale della porta che serviva alla Casa Berna, sgorgò sangue. Il fatto fu notato da una donna pregava in ginocchio di fronte all’immagine. La donna, intimorita dall’inspiegabile evento, gridò al miracolo. Intervenne il Prevosto Sig. Giorgio Castiglioni, il quale asciugò il sangue miracoloso con un bianco lino.

Come arrivare:  Il santuario si trova in Piazza Garibaldi – Angera

Brebbia

Il tempio dedicato alla dea Minerva

Ci spostiamo lunga la costa fino a Brebbia, di fronte alla Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Brebbia una delle chiese romaniche più belle della zona di Varese, di cui si ha documentazione dal X secolo (ma l’edificazione avvenne dal V secolo).

Il nome deriverebbe da “Brabia”, ossia “premio”, “vittoria”, “cosa onorevole”, ma anche da “Plebia”, ovvero plebe. La B e la P venivano spesso confuse e  capitava di chiamarla con entrambi i nomi. Come etimo, avrebbe più senso la prima ipotesi, cioè la definizione di vittoria, per il passato glorioso della città che fu un importante nodo strategico per il controllo della strada verso Sesto Calende. Fu fondata sopra il tempio antico dedicato a Minerva (Atena per i romani), dea della guerra e dell’intelletto, centro di un importante bosco sacro. Ancora oggi sul lato settentrionale è possibile osservare una pietra con un’iscrizione romana che conferma la presenza di un antico tempio pagano. Quasi certamente venne  realizzato per ricordare che il Cristianesimo si sostituì alle antiche religioni, facendole perire.

La pietra, difficile da leggere perchè rovinata dal tempo, si trova all’esterno della parte nord e riporta la seguente scritta:

MINERV (a)

E. C. ALB (in)

VS. CAS (si)

ANUS

V S L M

Il pollice miracolosamente guarito

A Brebbia si ricorda la leggenda di un miracolo: un carpentiere, durante la costruzione della chiesa, per via di un colpo maldestro, si tagliò di netto il pollice. San Giulio impietosito, apparve al pover’uomo riattaccandogli miracolosamente il dito. Questo santo fondò per primo, nel V secolo,  la chiesa di Santa Maria. Fu anche il primo evangelizzatore, insieme al fratello Giuliano, del lago Maggiore e soprattutto dell’Isola d’Orta, dove una leggenda dice che avrebbe perfino combattuto un drago.

Come arrivare:  La chiesa si trova nella piazza principale del paese

Gemonio

Fiori della Vita e cunicoli nascosti

La chiesa di S. Pietro a Gemonio venne edificata nel VII secolo, quando già esisteva una piccola cappella di proprietà del monastero di San Pietro in Ciel d’oro di Pavia, ma l’attuale struttura romanica è del X-XI secolo con aggiunte nel XV. L’oggetto misterioso è l’altare dell’anno 1000, decorato con immagini pagane del dio Mitra, stelle, croci, fiori, scale e il sole delle alpi. Nelle nicchie “ad arco” centrali sono ben visibili alcuni “fiori della vita”, simboli antichissimi legati a culti pagani e ai cavalieri Templari; ai lati, invece, vi sono due serie di quadrati verticali. Una leggenda narra che proprio l’altare nascondeva un accesso segreto ad un cunicolo, che avrebbe collegato la chiesa alla torre fortificata di Cocquio Trevisago. A causa della peste del 1631 che aveva devastato queste zone, fu trasformata in lazzaretto e ossario, infatti i restauri degli ultimi secoli riportarono alla luce diverse sepolture sotto la pavimentazione. Nel 1912 la chiesa venne dichiarata Monumento Nazionale.

Come arrivare: Gemonio, Piazza Vittoria

Info: Via Rocco Cellina, 20 – 21036 Gemonio (VA) – Tel. 0332601501 Fax. 0332604012

info@comune.gemonio.va.it

www.comune.gemonio.va.it

Leggiuno

Un luogo nato come “ex voto”

Altro luogo interessante è l’eremo di Santa Caterina del Sasso sul Lago Maggiore, raggiungibile solo dopo aver sceso 268 gradini. E’ un luogo di grande suggestione, ci si sente adagiati sulle acque del lago e isolati da ogni forma di civiltà. Fu fondato dal beato Alberto Besozzi come voto alla santa per essere scampato a un naufragio. Secondo la tradizione nel 1170, l’uomo, che di lavoro faceva l’usuraio, si trovava a navigare il lago con una barca improvvisamente ribaltata da alcune onde anomale. Alberto, che pensò fosse finita, pregò Dio che se avesse salva la vita si sarebbe ritirato a vita di preghiera e penitenza per le malefatte perpetrate. Il mercante si salvò trovando rifugio in una grotta nei pressi di Leggiuno, all’interno del Sasso Ballaro, luogo che, come promesso, divenne la sua nuova casa. Qui passava le giornate in preghiera, nutrendosi solo di qualche offerta di cibo lasciata per pietà da qualche pescatore di passaggio. Presto la sua fama di eremita crebbe e, in occasione della peste, fu chiamato per intercedere al Signore affinchè placasse l’epidemia. Sognò un angelo che gli disse che per sospendere la pestilenza avrebbe dovuto costruire una cappella in onore di Santa Caterina. Così accadde, la cappella esiste ancora oggi, visibile in fondo alla chiesa che in tempi successivi si ampliò.

Come arrivare: si percorre da Leggiuno la via Santa Caterina fino a giungere ad un grande parcheggio, dopo aver lasciato la macchina si scendono a piedi 268 gradini.

Info: Santa Caterina del Sasso

via Santa Caterina 4 – 21038 Leggiuno (VA)

Tel 0332647172 – Fax 0332649113

Marzo: tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00

da aprile ad ottobre:

tutti i giorni dalle 8.30 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.00

da novembre a febbraio:

Sabato, Domenica e Festivita’ dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00

dal 23 dicembre al 6 gennaio:

tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00

Santa Messa la Domenica e nelle Festivita’ alle ore 16.30

Laveno

Il presepe sommerso

A Laveno è famosissimo il “Presepe sommerso”, una serie di statue di personaggi del presepe classico che fin dal 1979 sono state “immerse” in una grotta sommersa del Lago Maggiore, raggiungendo ad oggi un totale di 42 statue dal peso complessivo di 18 tonnellate. Si può vedere il presepe, perché illuminato, da Natale all’Epifania. L’effetto è senza uguali, le immagini sembrano “fluttuare” nell’acqua, che con il movimento delle onde gli dà quasi vita propria. Come abitanti di un mondo parallelo, ciascuna di esse ha una sua storia personale, per esempio il San Francesco, che custodisce dalla riva il presepe, donato nel 1984 in occasione del 15° congresso nazionale dei presepisti, che in  quell’anno si tenne proprio a Laveno statua che è gemella a quella che si trova nella piazza della Signoria a Vicenza. E’ tradizione gettare una moneta nell’acqua come gesto propiziatorio…

Info: Nuovo Gruppo Amici del Presepe Sommerso – Via Repubblica 5 – 21014 Laveno Mombello (VA) – Tel. 0332 – 66.92.87

info@presepesommerso.it      

  

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