Intervista a Gaetano Vassallo – Così vi ho avvelenato

 Gaetano Vassallo, proprietario di un’impresa per lo smaltimento dei rifiuti, per oltre vent’anni ha gestito l’affare degli sversamenti abusivi sotto la protezione del clan dei casalesi. Diventato collaboratore di giustizia nel 2008, nel 2010 è stato condannato per traffico di rifiuti e associazione camorristica. Ha risposto ad alcune nostre domande a proposito del libro Così vi ho avvelenato, in vista della presentazione che si terrà lunedì 25 gennaio a Napoli (Clicca qui per info).

Vassallo, non ha mai pensato che con gli sversamenti abusivi stavate avvelenando la vostra terra, mettendo a rischio la salute vostra e dei vostri figli e nipoti?

Per anni io ho pensato solo a far soldi: nelle mie discariche ho portato prima rifiuti urbani e poi scarti industriali, vernici, fanghi, ceneri, senza mai mettere un telo, senza mai costruire canali di scolo e pozzetti di raccolta del percolato, il liquido velenoso formato dai rifiuti. L’ho fatto senza mai fermarmi a pensare né alla salute mia né a quella dei miei figli. Solo dopo, molto tempo dopo, quando sono stato costretto a pentirmi per salvarmi la pelle, ho cominciato a riflettere e a capire. Un giorno mio figlio, tornando dalla scuola, mi ha detto di essere morto di paura e di vergogna perché l’insegnante aveva annunciato che avrebbe parlato della Terra dei fuochi. E’ stato allora che ho veramente realizzato il macello che io e miei soci camorristi avevamo combinato.

Come avete fatto a sversare illegalmente per più di venti anni?

Corrompendo tutti: politici, tecnici e amministratori. Abbiamo sempre pagato, nessuno ha mai detto di no. Eravamo soci dei boss e questo faceva paura, ma per tanti era conveniente intascare. Prendevano i soldi ed erano contenti. Anche i contadini che ci hanno venduto i terreni hanno intascato senza fiatare, non era nemmeno necessario minacciare. E ci ha aiutato anche la massoneria: abbiamo utilizzato la sua rete di clienti. Pagando, si intende. Non ci hanno mai fatto paura nemmeno gli ambientalisti, protestavano, certo, ma non contavano niente.

Cosa succederà adesso nella Terra dei fuochi?

Non lo so proprio. Io personalmente mi sottopongo spesso a una serie di controlli: ho paura. Che cosa accadrà a tutti quelli che ho messo a rischio non lo so. Nel settore, finché io sono stato in Campania, nel 2008, non hanno mai operato ditte pulite, non infiltrate dalle camorra. Secondo me saranno i clan a fare altri soldi con le bonifiche, ma la mia è solo la deduzione di uno che ha lavorato nel campo. Io conto sulla natura per evitare il peggio: l’avvelenamento della falda acquifera. Quando scavavamo a un certo punto incontravamo il tufo, un materiale piuttosto impermeabile. Quello potrebbe evitare il disastro.  

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