Toni Morrison, L’occhio più azzurro

Continua il nostro memoriale mensile di Toni Morrison, questa volta attraverso il primo romanzo che l’autrice ha pubblicato nel 1970, L’occhio più azzurro. La storia raccontata nel libro è quella di Pecola Breedlove, una bambina nera nell’Ohio del 1941. Povera, affidata a una famiglia che non è la sua, spesso derisa, Pecola comincia a sperare di essere diversa, di assomigliare alla ragazzina modello dell’epoca, perché in quella bellezza vede una possibilità di riscatto. E quella bellezza ha gli occhi azzurri. Il desiderio innocente di una creatura vulnerabile e sola segna l’inizio di una parabola tragica.

Pubblicato quasi cinquant’anni fa, L’occhio più azzurro è un libro che si legge ancora con pena e rabbia, perché pena e rabbia si provano nel leggere l’innocenza violata, la ferocia del forte verso il debole, l’avversione razziale, anche all’interno della stessa comunità nera. Una comunità che proprio negli anni Sessanta, attraverso battaglie ostinate (culminate con l’assassinio dei suoi leader come Martin Luther King e Malcolm X), stava riconquistando la propria dignità, contro segregazione e razzismo (di quegli anni è lo slogan Nero è bello). Si può immaginare l’accoglienza al libro della Morrison: sostanzialmente il silenzio. Ma naturalmente, la nostra autrice non ha certo smesso di scrivere e di raccontare storie vere che la maggioranza delle persone tendeva a nascondere in qualche armadio in soffitta. Fino a vincere il premio Nobel.

E allora, in questi tempi che sembrano altrettanto complicati, vale la pena leggere o rileggere il romanzo di Pecola Breedlove, che adesso dovrebbe essere felice di avere gli occhi neri.

PATRICK MODIANO Premio Nobel per la letteratura 2014

DOPO TONI MORRISON, UN ALTRO AUTORE FRASSINELLI VIENE INSIGNITO DALL’ACCADEMIA SVEDESE DEL PIÙ IMPORTANTE RICONOSCIMENTO LETTERARIO: PATRICK MODIANO

La cerimonia di premiazione del Premio Niobel si terrà il prossimo 10 dicembre.

Per l’occasione, Frassinelli ripropone, in una nuova edizione, uno dei massimi capolavori dell’autore francese.

Viaggio di nozze è un’opera intensa e poetica, di grande e indimenticabile suggestione. 

A Milano, nell’afa che opprime la città nei giorni prima di Ferragosto, una turista francese si suicida in una camera d’albergo. Jean la conosceva. Si chiamava Ingrid Teyrsen. L’aveva incontrata in un mattino di un’altra estate, vent’anni prima. E sarà sempre d’estate molto tempo dopo, che Jean deciderà all’improvviso di lasciare la moglie e il lavoro e sistemarsi in incognito in un albergo parigino, trascinato dall’impulso irrefrenabile a indagare su Ingrid e sulla sua vita. 

Nel corso di un itinerario che lo porta a vagare per Parigi, ricomporrà i frammenti di una vita spezzata, abbandonandosi a un malinconico tuffo nel passato e nella nostalgia. Una straordinaria narrazione, delicata e struggente, immersa in uno stato d’animo in cui si fondono il vuoto e il rimorso, l’inesorabile scorrere del tempo e il perentorio richiamo della realtà.

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