L’INVERNO STA FINENDO…

Manca poco più di un mese alla fine dell’inverno, tra olimpiadi e campagna elettorale. Ma se al curling e ai talk-show preferite i romanzi, Frassinelli ha qualcosa da proporvi.

 

«In quelle acque profonde Luc non cerca forse una donna, una madre dentro il mare?»

Il 20 febbraio esce “Il principe della città sommersa” del romanziere canadese Denis Thériault, che racconta la struggente amicizia tra due ragazzi senza niente in comune a parte la loro solitudine.

#DenisThériault #IlPrincipeDellaCittàSommersa

«Perciò ho voluto raccontartela la mia storia, perché finisse scritta in mezzo a queste storie di donne.» Donne che si raccontano, e raccontano la violenza subita dagli uomini, nel nuovo romanzo di Tea Ranno, “Sentimi”, che uscirà il 27 marzo. Perché la memoria è l’unica forma di riscatto.

#TeaRanno #Sentimi

 

«Questo è un romanzo in cui si narra di fatti realmente accaduti, di altri che non sono accaduti e di altri ancora che sarebbero potuti accadere.» Nello scenario drammatico e oscuro dei giorni del rapimento di Aldo Moro si muovono i personaggi del nuovo romanzo di Alessandro Bongiorni, che uscirà il 6 marzo. “Strani eroi” i cui destini finiranno per intrecciarsi nel grande, tragico imbroglio che è l’Italia degli anni Settanta, dove niente è mai quello che sembra.

#AlessandroBongiorni #StraniEroi

 

«La notte del primo marzo 1860 quattro uomini salparono da Palermo alla volta di Caprera per rapire la donna di Giuseppe Garibaldi. Nessuno di loro aveva progettato il viaggio, né scelto liberamente di prendervi parte.» Questi quattro uomini si chiamano Attìa, Panc, Salvatore Paradiso e Andrea Foti detto “u’ Muz­ziaturi”, e sono gli indimenticabili protagonisti del nuovo romanzo di Isidoro Meli, “Attìa e la guerra dei gobbi”, che uscirà il 13 marzo.

#IsidoroMeli #Attìa #LaGuerraDeiGobbi

 

Sogno di una notte di quasi estate…

Ci sono periodi pieni di cose e carichi di aspettative. Come la primavera che stiamo vivendo e che ci riempie di orgoglio per il lavoro svolto finora da e con i nostri autori.

Cosa ci porteranno i prossimi mesi? Possibili premiazioni (dita incrociate) e molti incontri. Qui vi segnaliamo i più importanti e speriamo che voi facciate il tifo per noi!

 

PREMI

  • Raffaella Romagnolo. La figlia sbagliata: semifinalista al Premio Strega (13 giugno assegnazione del premio “Strega giovani”; 15 giugno proclamazione della cinquina)
  • Francesco Leto, Il cielo resta quello: finalista al premio Zocca giovani
  • Emmi Itaranta, La memoria dell’acqua: finalista al Premio Salerno libro d’Europa
  • Dinaw Mengestu, Tutti i nostri nomi: finalista al Premio Gregor Von Rezzori di Firenze
  • Lavie Tidhar con Wolf è in finale al Premio Roma, sezione Narrativa straniera

MANIFESTAZIONI

  • Una Marina di libri Palermo, 12 giugno: Isidoro Meli presenta La Mafia mi rende nervoso
  • Isidoro Meli presenterà La Mafia mi rende nervoso durante il festival “Parolario” (Como), con Davide Van Der Sfross, il 23 giugno.
  • Le Conversazioni, scrittori a confronto festival internazionale di letteratura – Capri, 28 giugno – 7 luglio: ospite Marlon James, autore di Breve storie di sette omicidi (in uscita il 18 ottobre “Il libro delle donne della notte”)
  • Incontri con l’autore, Lignano, 26 luglio. Ospite Alessandro Bongiorni, autore di Niente è mai acqua passata

 

Non fidatevi di noi

Adesso che il libro è stampato, devo assolutamente ricordarmi di portarne una copia al mio amico gommista.

Perché tutto è iniziato dal gommista, un sabato mattina di circa un anno fa.

Andare dal gommista a fare il cambio inverno/estate (e viceversa) è una delle cose più noiose del mondo. Devi per forza stare lì, a guardare gli altri lavorare. Insopportabile. Per cui mi ero portato il mio scalcinatissimo ipad, ormai sul punto di esplodere a causa del numero di pdf che reclamavano (uso totalmente improprio del tempo al passato…) di essere letti.

E come spesso capita, almeno a me, anche in quell’occasione per scegliere cosa leggere non ho seguito un ordine cronologico, del tipo “prima leggo i libri che aspettano da più tempo”; sarebbe forse più corretto, fare così, invece quasi sempre si finisce per andare a istinto, un po’ “a minchia di cane”, come direbbe Isidoro Meli, appunto. E quella mattina decisi – senza un particolare motivo – di cominciare a leggere un dattiloscritto che avevo ricevuto il giorno prima.

 

Mezz’ora dopo, più o meno, il gommista, che fortunatamente conosco da molti anni, ha legittimamente sbroccato per il fatto che, mentre lui lavorava e faticava di sabato mattina, io stavo lì seduto in officina ridendo sguiatamente. E infatti è intervenuto: “mi spieghi che cazzo c’hai da ridere così?”.

Ricordo di essere stato in imbarazzo. Rispondere “sto leggendo un libro sulla mafia” non mi sembrava appropriato. Di solito, leggendo di mafia, non si ride. Si assume un’aria seriosa, compunta, partecipe. Per cui ho balbettato qualcosa di sconnesso, e mi sono rimesso a leggere, cercando, peraltro senza riuscirci, di trattenermi un po’ (e anche all’amico gommista ho fatto il test: per che cosa sta LTPDM? Non ha saputo rispondere).

Ma è proprio per questo, che siamo arrivati ad oggi, e ad essere felici ed entusiasti di aver pubblicato “La mafia mi rende nervoso”, opera prima di Isidoro Meli. Perché Meli è riuscito a scrivere un romanzo divertente e appassionante, e nello stesso tempo a parlare davvero di mafia. Non è semplice, credetemi. È noto che è molto più facile far piangere, che far ridere, tanto più quando si affrontano argomenti di questo tipo.

E non c’è solo questo aspetto, a rendere “La mafia mi rende nervoso” un libro davvero originale e interessante. Non è solo perché si ride.

C’è anche il fatto che i personaggi, i punti di vista, gli ambienti, le situazioni, il tono, i riferimenti culturali, insomma tutto in questo romanzo è tanto spiazzante quanto credibile e perfettamente risolto da un punto di vista narrativo. Non ci si può non appassionare alla vicenda; non ci si può non affezionare a Tommaso Traina, a questo ragazzo sfortunato e profondamente buono; non si può non provare tenerezza verso Betsie tossica, e non si riesce nemmeno a non provare un po’ di simpatia verso quell’inesorabile minchione che è Ciccio, il fratello di Tommaso. E non si può non fermarsi a riflettere sul fatto che Meli, descrivendo il mondo della mafia e dei mafiosi nella sua “umanità”, ne ha restituito un ritratto davvero efficace.

 

Sì, lo so che gli editori sono i meno indicati a parlare dei libri che pubblicano (ma me l’hanno chiesto quelli del marketing, mica potevo dire di no…); lo so che giustamente non vi fidate. E avete ragione. Non fidatevi di me, e nemmeno di tutti quelli che il romanzo l’hanno già letto e apprezzato, a partire da Maurizio De Giovanni. Non fidatevi di nessuno. Leggete “La mafia mi rende nervoso”, e poi fidatevi di voi.

 

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